La pagina di Lorenzo M.
 

        

Il nibbio che voleva nitrire

 
 


 

C’era una volta un nibbio dalla voce stonata.
Ogni giorno cantava dalla mattina alla sera insieme ad altri uccelli.
Tra quelli lui era il peggiore.

Cercava un’altra voce ma non la trovò.

Era un bel giorno di primavera.
Il nibbio se ne stava tranquillamente appollaiato sopra un ramo di faggio, riparato dalle fresche fronde della pianta. 
Inaspettato, giunse un cavallo accaldato che, cercando un po’ di refrigerio, andò a riposarsi all’ombra dell’albero. Sdraiandosi con l’intenzione di fare un sonnellino, l’equino, inavvertitamente si punse con un cardo spinoso e, dal dolore, lanciò un lungo e acutissimo nitrito.
“Oh, che meraviglia!” esclamò il nibbio con entusiasmo. Questa è la voce che andrebbe bene per me: acuta, imponente e inconfondibile!” 
Il nibbio cominciò da quel mattino ad esercitarsi nell’imitazione di quel verso meraviglioso. Provò e riprovò scorticandosi la gola, ma inutilmente. 
Quando, dopo molti tentativi senza successo, si rassegnò a tornare alla sua voce originale, ebbe una brutta sorpresa: gli era sparita a furia di sforzarla!
Così dovette accontentarsi di emettere un suono insignificante e rauco per tutta la vita.

                                                                                                              (da Esopo)





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