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La pagina di
Milena S.
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Il topo che mangiava i gatti
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Un vecchio topo di
biblioteca andò a trovare i suoi cugini, che abitavano in solaio e
conoscevano poco il mondo.
I cugini furono contenti di vedere il vecchio parente e...
gli fecero una
grande festa con formaggi, pane e altri alimenti che piacciono ai topi.
Poi finito il banchetto, con una delle musiche preferite dell’inquilino
di sotto, ballarono. Si scatenarono talmente tanto che dopo un po' venne a tutti
il
voltastomaco.
Il vecchio topo chiese ai cugini se conoscevano bene il mondo. Loro risposero:
“Noi sappiamo tutto di questa cosa, ma niente dell’intero mondo”.
Allora il vecchio rispose:
“Voi conoscete poco il mondo”, egli diceva ai suoi timidi parenti, “e
probabilmente non sapete nemmeno leggere”.
“Eh, tu la sai lunga”, sospiravano quelli.
“Per esempio, avete mai mangiato un gatto?”
“Eh, tu la sai lunga. Ma da noi
sono i gatti che mangiano i topi”.
“Perché siete ignoranti. Io ne ho mangiato più d’uno e vi assicuro che
non hanno detto neanche: Ahi!”
“E di che sapevano?”
“Di carta e d’inchiostro. Ma questo è niente. Avete mai mangiato un
cane?”
“Per carità”.
“Io ne ho mangiato uno proprio ieri. Un cane lupo. Aveva certe zanne...
Bene, si è lasciato mangiare quieto quieto e non ha detto neanche: Ahi!”
“E di che sapeva?”
“Di carta, di carta. E un rinoceronte l’avete mai mangiato?”
“Eh, tu la sai lunga. Ma noi un rinoceronte non l’abbiamo visto mai.
Somiglia al parmigiano o al gorgonzola?”
"Un rinoceronte ha
il sapore di carta e d'inchiostro. Era un po' più dolce di un gatto e un
po' più grande".
In quel momento il gatto, che era
stato ad ascoltare dietro un baule, balzò fuori con un miagolio
minaccioso.
Il gatto era grosso, con delle zampe giganti, i
baffi erano lunghi e all'insù; attorno all'occhio sinistro aveva una
macchia nera e l'altro occhio era chiuso. Spuntò fuori all'improvviso e
con le zampe sempre in agguato, si lanciò a destra poi a sinistra per
acchiapparli.
I topolini volarono a rintanarsi, tranne il topo di biblioteca, che per
la sorpresa era rimasto immobile sulle sue zampe come un monumentino. Il
gatto lo agguantò e cominciò a giocare con lui.
"Tu saresti il topo che mangia i gatti?"
"Io, Eccellenza... Lei deve comprendere... Stando sempre in libreria..."
"Capisco, capisco. Li mangi in figura, stampata nei libri".
"Qualche volta, ma solo per ragioni di studio".
"Certo. Anch'io apprezzo la letteratura. Ma non ti pare che avresti
dovuto studiare un pochino anche dal vero? Avresti imparato che non
tutti i gatti sono fatti di carta, e non tutti i rinoceronti si
lasciano rosicchiare dai topi".
Per fortuna del povero prigioniero il gatto ebbe un attimo di
distrazione, perché aveva visto passare un ragno sul pavimento. Il topo
di biblioteca, con due salti, tornò tra i suoi libri, e il
gatto
dovette accontentarsi di mangiare il ragno.
(da G. Rodari)
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